ROMA - «Esprimere contrarietà alla realizzazione di un impianto di trattamento meccanico biologico (Tmb) dei rifiuti a Castellaccio, nel Comune di Paliano (Frosinone)». È questo il dispositivo dell’ordine del giorno presentato da Luigi Nieri e Filiberto Zaratti, Consiglieri di Sinistra ecologia libertà alla Regione Lazio, sul quale l’Aula della Pisana si esprimerà mercoledì prossimo.
«L’impianto - spiegano Nieri e Zaratti - è frutto di una proposta avanzata da Ama e Acea al Commissario delegato per il superamento dell’emergenza ambientale nella provincia di Roma, Giuseppe Pecoraro, è ed stato richiamato anche nell’ultima ordinanza commissariale di proroga della discarica di Malagrotta. Quello di Paliano - aggiungono Nieri e Zaratti - sarebbe il quinto impianto di Tmb destinato a trattare le mille tonnellate di rifiuti eccedenti prodotti dalla Capitale quotidianamente e che gli attuali impianti di Ama e della Colari non riuscirebbero a smaltire.
Va detto - ricordano ancora Nieri e Zaratti - che l’area di Castellaccio ricade nella provincia di Frosinone, all’interno del territorio della Valle del Sacco, già gravemente colpito da una emergenza sanitaria e ambientale.
Realizzare tra Anagni e Paliano un impianto a servizio dell’emergenza di Roma non sarebbe possibile se la giunta Polverini, nella definizione degli Ato prevista dal Piano dei rifiuti, non avesse surrettiziamente accorpato all’Ato di Roma i Comuni di Anagni e Paliano, contravvenendo al principio di prossimità di trattamento del rifiuto urbano rispetto al luogo di produzione e all’autosufficienza degli Ato stessi. Siamo davanti all’ennesimo colpo di mano di Alemanno e Polverini, che pretendono di smaltire i rifiuti di Roma in giro per la regione, come sta accadendo a Riano, Fiumicino e Corcolle».
«Ci auguriamo che tutti i consiglieri regionali eletti nel nostro territorio - spiega Nazzareno Pilozzi, coordinatore provinciale di Sel Frosinone - al di là della collocazione politica, dicano no a questa sciagurata ipotesi, salvaguardando così l’autonomia della provincia e delle comunità locali che non possono pagare il conto di una gestione insostenibile e scellerata dei rifiuti di Roma Capitale».
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