PIGLIO-SERRONE - Nei giorni scorsi la Congregazione dei Santi ha emanato il decreto sottoscritto dal Santo Padre Papa Francesco, nel proclamare venerabile il già Servo di Dio Padre Quirico Pignalberi. Una fase importante nel percorso di santificazione di una figura. Infatti nel proclamare santa qualche persona, la Chiesa procede per gradi, inizialmente introduce il processo di beatificazione, e già la figura acquista il titolo di Servo di Dio,poi si fa il processo per verificare se ha esercitato le virtù al grado eroico. Quando queste vengono riconosciute dalla Chiesa, allora questa persona viene chiamata Venerabile. La chiesa poi chiede a Dio di confermare con un segno la santità della persona di cui ha riconosciuto il grado eroico delle virtù, quando anche il miracolo c’è ed è riconosciuto dalla Chiesa, allora si procede alla beatificazione. Per giungere a proclamare santo un beato, la Chiesa chiede a Dio di confermare il tutto con un nuovo miracolo, e allora si procede alla canonizzazione, e cioè a dichiaralo santo. Padre Quirico Pignalberi è una figura di grande spessore, che unisce i territori di Serrone (dove è nato) e Piglio dove ha condotto il suo percorso di vita nel convento dei frati minori conventuali di San Lorenzo, in quel periodo sede del Noviziato della Ciociaria, dove praticamente rimase per quasi 50 anni, dove ad oggi è sepolto. La notizia del titolo di venerabile, è stato accolto con entusiasmo nelle due comunità, dove in molti ricordano la figura di questo umile figlio di San Francesco, ricordandolo nella carica delicata di maestro dei novizi, e a più riprese anche in quella responsabile di Padre Guardiano del convento, formando generazioni di giovani alla vita francescana, dimostrandolo soprattutto con la santità di vita. Per la sua disponibilità all’apostolato della predicazione e del confessionale, veniva richiesto continuamente da vescovi e parroci dei paesi vicini. Emulo del santo fondatore Francesco, viveva una vita austera, semplice e povera, dedito alla preghiera e immerso nella contemplazione, praticava una dura penitenza fatta di digiuni, di mortificazione e discipline corporali, veglie notturne prolungate; si cibava con l’indispensabile e si dissetava con acqua calda. Si poneva sempre in un angolo per non essere notato o per non arrecare disturbo agli altri; preferiva non intervenire, se era necessario lo faceva con dolcezza e moderazione, salvo quando occorreva difendere la verità, allora dimostrava energia, insistendo fino al puntiglio e alla monotonia.
La sua figura è legata ad un altro importante Santo, suo amico durante gli studi, il frate conventuale martire San Massimiliano Maria Kolbe , che nel 1937 di passaggio in Italia, proveniente dal Giappone, aveva voluto fermarsi a Piglio per rivedere il suo antico compagno di studi, e per organizzare meglio la Milizia di Maria Immacolata’ in Italia. Infatti Padre Quirico, insieme a San Massimiliano Kolbe Massimiliano Kolbe, è stato coofondatore con altri sei confratelli, del movimento mariano “Milizia di Maria Immacolata”, meglio conosciuta come "Milizia Mariana". Nel 1967 celebrò già invalido, il 50° di sacerdozio e il 1° aprile 1979 ebbe la consolazione di un incontro col papa polacco Giovanni Paolo II, che lo abbracciò sapendo che padre Pignalberi era l’ultimo rimasto dei fondatori della Milizia di Maria Immacolata. Morì ad Anzio il 18 luglio 1982 all'età di 91 anni. Tumulato inizialmente nella tomba di famiglia a Serrone, fu traslato nella Cappella del suo convento di San Lorenzo al Piglio, il 30 marzo 1985. Morto in concetto di santità e diffondendosi la devozione dei fedeli, il 29 luglio 1991 il vescovo di Anagni aprì l’inchiesta diocesana per la causa di beatificazione, il nulla osta fu concesso dalla Santa Sede il 9 luglio 1992, e dopo 24 anni, è giunto il titolo di venerabile, seguendo il percorso verso la beatificazione.
< Prec. | Succ. > |
---|