ROMA - Come preannunciato dall’avvocato Carlo Taormina già ieri, e coerentemente con la linea difensiva fin qui adottata, l’ex-capogruppo PdL al Consiglio Regionale del Lazio, Franco Fiorito, nell'interrogatoriodi questo pomeriggio ha sostenuto di non aver rubato nulla, ma di aver preso solo «ciò che mi spettava».
E, dopo Battistoni, rilancia le accuse agli ex-colleghi consiglieri, chiamando in causa il Presidente del Consiglio Mario Abbruzzese e accusandolo: «Sapeva dei fondi».
In serata la secca smentita dello stesso Abbruzzese, che in una nota chiarisce il suo punto di vista: «Ribadisco che l’Ufficio di Presidenza non ha fatto altro che assegnare questi fondi dal 2010 al 2011 con cinque delibere approvate all’unanimità e ratificate dall’Aula nel Bilancio regionale.
Per quanto mi riguarda non sono mai stato a conoscenza dell’uso che veniva fatto di queste somme visto che sono sempre state sotto il totale controllo e nella esclusiva gestione dei capogruppi e dei tesorieri».
I magistrati hanno disposto il sequestro di beni intestati a Fiorito per 1,3 milioni di euro: la somma di cui lo stesso Fiorito si sarebbe indebitamente impossessato ai danni del proprio gruppo consiliare.
Ma le indagini e gli accertamenti sono ancora in corso, e non si possono escludere nuovi colpi di scena.
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