
"Nel 2008 - dichiara Scalia - grazie alla Convenzione tra il Ministero, la
Regione Lazio e l'Arpa Lazio, è iniziata l'attività di monitoraggio
e censimento delle aree potenzialmente inquinate e/o per le quali emergeva una
situazione di inquinamento tale da rendere necessari accertamenti. Tale
attività, condotta secondo le indicazioni del Ministero, dal gruppo di lavoro
Valle del Sacco, operante presso l'Arpa Lazio, ha prodotto il censimento di ben
353 siti di cui 26 nei comuni della provincia di Frosinone e 112 nei 23 comuni
della provincia di Roma. La relazione
prodotta è stata interamente recepita dal Ministero. Purtroppo,
tale importante lavoro è stato interrotto il 31 dicembre scorso con la scadenza
della convenzione".
Il mancato rinnovo ha determinato la fine della collaborazione, dopo quasi cinque anni, dei cinque geologi del gruppo di lavoro con l'Agenzia Regionale.
"So bene - continua Scalia - che la Regione Lazio ha impugnato il decreto del Ministero dell'Ambiente che declassa la Valle del Sacco a sito di interesse regionale, ma indipendentemente dall'esito che avrà il ricorso al TAR, sarebbe opportuno continuare con le attività finora svolte e, qualora non fosse stato già fatto, promuovere l'attento lavoro di censimento dei siti potenzialmente inquinati nei comuni dell'area commissariata, rimasti esclusi dal precedente censimento, scongiurando così una gestione eterogenea da parte dei numerosi enti locali, che molto spesso non dispongono delle risorse umane e delle competenze tecniche necessarie per gestire i complessi procedimenti di bonifica previsti nella parte quarta del Titolo V del D.Lgs. 152/2006".
"Mi auguro - conclude Scalia - che il Presidente
raccolga il mio invito e rinnovi la Convenzione con il Ministero, dotando ARPA
del personale necessario per la prosecuzione del progetto di censimento e bonifica delle aree
contaminate".
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